Questo non è un oggetto
Mostra artistico-antropologica

Questo non è un oggetto


La mostra “Questo non è un oggetto” è nata nell’ambito del progetto artistico e antropologico triennale “Rigettato: contributi per gli studi sul valore”, che indaga il fenomeno dei valori, i meccanismi e i processi personali e sociali attraverso i quali si stabiliscono e ridefiniscono i valori, evidenziando le relazioni e il carattere temporaneo di queste trasformazioni.

La mostra presenta oggetti provenienti dal fondo del Museo Etnografico dell'Istria, da collezioni private e opere d'arte che tematizzano il collezionismo o fanno parte di concetti artistici. I concetti artistici (Vanja Babić, Ivan Faktor, Tomislav Gotovac e Marijan Molnar) trattano il collezionismo (inteso come pratica) in una vasta gamma del fenomeno che va dall’analisi dei suoi diversi aspetti attraverso il lavoro artistico, fino all'ossessione personale per gli oggetti, alla loro accumulazione, collocazione e sistemazione. Si promuove così un discorso sul collezionismo come atto di riconoscimento, valorizzazione e selezione di oggetti banali e quotidiani (bustine di zucchero, pietre, buste e simili), il cui valore viene spesso annullato fino ai limiti del “superfluo”, ma anche sui reperti da museo e sugli oggetti da collezione che, passando attraverso la verifica istituzionale, subiscono processi di rivalutazione, che va dal riconoscimento del loro straordinario valore fino alla negazione della loro esistenza. Allo stesso tempo, la mostra racconta le pratiche personali, artistiche e istituzionali di raccolta, conservazione, classificazione e indicizzazione degli oggetti, le loro sovrapposizioni e divergenze, aprendo lo spazio per ripensare i paradigmi di classificazione.

La collaborazione tra artisti, antropologhi e curatori, quale linea metodologica principale nel processo di progettazione, preparazione e realizzazione della mostra è inserita anche nella sua poetica. Basandosi sull'intreccio e la promozione del dialogo tra le opere d’arte esposte e il campo antropologico, costruisce nuove narrazioni riguardanti vecchi oggetti museali (come ad esempio un cappotto, un casco asciugacapelli o gli oggetti nell’opera di Marijan Molnar). Invertendo la logica della rappresentazione e ponendo in primo piano gli oggetti invisibili provenienti “dalle retrovie” – dai depositi museali o dagli ambienti domestici privati ​​– nonché raccontando la loro storia, viene data una nuova qualità agli oggetti, che si allontana dalla materialità stabilita riguardo alla loro percezione sensoriale, emotiva, indescrivibile, simbolica e individuale.

Rovesciando il visibile e l’invisibile, l’interno e l’esterno, l’ufficiale e il privato, l’istituzionale e l’individuale, l’ambiente del museo e i meccanismi che regolano la sua attività interna, diventano un luogo di riflessione e di esame sul valore e sull'inutilità.

Produzione: Ethnographic Museum of Istria
Autrici della mostra: Irena Bekić, Duga Mavrinac, Ivona Orlić
Allestimento della mostra: Vanja Babić                                                    
Design: Rafaela Dražić
Progettazione del suono: Hrvoslava Brkušić
Realizzazione tecnica: Dragan Dimovski

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